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Ti ho cercata in tutti i necrologi

Sfida interessante e controversa quella intrapresa da uno dei maggiori esponenti del cinema italiano, Giancarlo Giannini, che firma la sua seconda regia con Ti ho cercata in tutti i necrologi


Giancarlo Giannini è Nikita, un personaggio enigmatico, italiano emigrato in Canada, per sfuggire a guai giudiziari: fa mille lavori, ultimo dei quali il becchino. Una notte si troverà a giocare una partita a poker con dei personaggi distinti e perbene, che si riveleranno però dei macabri assassini, proponendo a Nikita la possibilità di farsi cacciare, come fosse selvaggina, per venti minuti, terminati i quali, se fosse rimasto vivo, avrebbe estinto l'ingente debito contratto al tavolo verde precedentemente. L'italo-canadese accetterà l'offerta, e salvandosi, scoprirà una parte nascosta e recondita di se stesso. Dal quel momento prendendoci gusto, un po' per soldi un po' per l'insana voglia di essere preda, inizieranno una serie di cacce all'uomo, fino all'incontro con Helena, bella e pericolosamente intrigante ragazza che sconvolgerà e complicherà la vita di Nikita.
Cupo è l'aggettivo che viene in mente pensando a questo film, e d'altronde la ricerca del macabro e del misterioso la fa da padrone nella psicologia del protagonista, che troverà nella paura della morte la perversa convinzione di esser nato per questo.
Film intenso, duro, basato su una asincronia portata all'accesso, con la ricerca del colpo ad effetto, anche attraverso un utilizzo delle musiche in modo sconnesso rispetto al pathos delle immagini, scelta che, malgrado il tentativo audace, ne rende la visione un po' tortuosa.

Nonostante i due mostri sacri Giannini e F. Murray Abraham non deludano, e la seppur meno famosa Silvia De Santis dia una gran prova di recitazione nei panni di Helena, il film risulta di difficile lettura, troppo anarchico e forzatamente alla ricerca dell'ambiguo, che è il fulcro della psiche dei personaggi ma che tende a confondere più che a stupire. Giannini nei panni del regista ha sicuramente fatto scelte coraggiose e per certi versi innovative, ma il risultato è un film forse un po' troppo macchinoso.

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