Logo
Stampa questa pagina

Father and Son - Recensione

Hirokazu Kore-eda approda al Festival di Cannes 2013 con un film intimo e delicato sulla famiglia e sulla scoperta del vero significato dell'essere genitore

Con il suo primo lungometraggio datato 1995 Hirokazu Kore-eda vinse l'Osella d'oro per la miglior regia alla Mostra del Cinema di Venezia, ma è con il Festival di Cannes che il regista nipponico ha un rapporto particolarmente importante. Nel 2001 infatti presenta il suo film Distance, che tratta del suicidio di massa perpetrato dagli adepti di un culto religioso, con il quale ottiene un grandissimo successo. Torna sulla Croisette in concorso con Father and Son (in originale Soshite Chichi Ni Naru), un film delicato e commovente, intimo e viscerale sulle dinamiche familiari e sul vero senso della paternità.
Ryota Nonomiya ha una famiglia perfetta ed un ottimo lavoro al quale dedica, in assoluto, la maggior parte del tempo. Il suo unico figlio, Keita, è un bambino pacato e coccolato da una amorevole madre. Il suo modo di essere padre non è fra i più affettuosi, tutt'altro: Ryota costantemente impartisce a suo figlio una educazione molto rigida. Un giorno però scopre che il bambino che ha allevato sino a quel momento non è il suo figlio biologico, ma è stato scambiato alla nascita con un altro bambino. La sua vita, e quella della sua famiglia, cambierà radicalmente nel momento in cui si vedrà costretto a prendere una importante e forse definitiva decisione, quella di fare il padre del suo vero figlio o di quello che ha cresciuto fino ad allora.
Masaharu Fukuyama interpreta un uomo alle prese con un dilemma importante, ma sopratutto il suo personaggio rappresenta perfettamente l'incapacità di un padre di mettere da parte il suo orgoglio di uomo integerrimo per abbandonarsi all'amore incondizionato nei confronti di un figlio. La regia segue passo dopo passo il 'rito di passaggio' delle due famiglie coinvolte in una evoluzione della emotività che lascia piacevolmente commossi. La semplicità della storia, da non confondere con la banalità dell'eterno tormentone del rapporto tra genitori e figli, è affrontata con garbo e senza velleità stilistiche, aspetto da non sottovalutare vista la ipertrofia delle messe in scena spettacolari del cinema contemporaneo.

In conclusione, una pellicola che, terminata la visione, lascia irrimediabilmente un senso di tenerezza.

Vai alla scheda del film




LinkinMovies.it © 2012-2017. Tutti i diritti sono riservati.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.