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Amaro amore

Il regista Francesco Henderson Pepe debutta con Amaro amore, prodotto da Anna e Sauro Falchi. Personaggi noiosi e apatici in un film che racconta l’amore fatto di vergogna e tabù

Un regista esordiente che osa molto, con un film che tratta l’amore da vari e non semplici punti di vista, ma che entusiasma poco e non colpisce realmente lo spettatore: Francesco Henderson Pepe racconta in Amaro amore la storia di due fratelli, André e Camille (rispettivamente Malik Zidì e Aylin Prandi) che vanno in vacanza nell’isola dove la loro madre ha vissuto per alcuni anni. Mentre sono alla ricerca di notizie sul passato della donna, i loro destini si incrociano con quelli degli indigeni: nell’incantevole scenario di Salina, nell’arcipelago delle Eolie, i due fratelli trovano l’amore e il regista ce lo racconta in tutta la sua morbosità, senza tralasciare persino l’elemento incestuoso.
La storia dei due fratelli e del triangolo di ‘amore amaro’ che si va a creare sembra quasi scimmiottare (più che emulare) il celebre film di Bernardo Bertolucci The Dreamers (sebbene lo stesso regista abbia smentito una possibile ispirazione al grande regista).
Oltre alla vicenda principale, ce ne sono altre che fanno da contorno, ma sono solo accennate e gli altri personaggi non vengono mai descritti e raccontati arrivando a fondo, per capire come siano fatti e quali possano essere i loro veri sentimenti. D’altra parte, anche i protagonisti non sono figure forti e intense, ma sembrano essere sempre in preda a eventi che sfuggono completamente alla loro volontà.
L’unico personaggio dotato di una certa personalità è quello di Assunta, interpretata dalla bravissima Angela Molina, che però sembra anche lei sottotono, come il resto del cast.

L’isola rappresenta il solo vero aspetto che può suscitare interesse: sarà perché il regista ha confessato di vedere in Salina una sorta di seconda casa, ma in effetti la pellicola non ha altro pregio se non quello di fotografare una cartolina di una terra bella e con un forte sapore selvaggio.

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