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Non lasciarmi

La locandina del filmUn segreto sconvolge l’esistenza di tre ragazzi cresciuti insieme in un collegio immerso nel verde della campagna inglese. Da un romanzo di Kazuo Ishiguro, un film sul futuribile che riflette su ciò che ci rende umani in un mondo in cui l’uomo ha imparato a clonarsi
Kathy, Tommy e Ruth, tre amici che si conoscono fin dall’infanzia, vivono nel collegio di Hailsham, immerso nel verde della campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono orfani. Crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori che si occupano della loro educazione. Gli anni passano ed i tre instaurano un legame molto profondo che porta Tommy ad essere conteso da Kathy e Ruth. La loro vita, voluta e programmata da un’oscura autorità superiore, viene sconvolta da una verità tenuta nascosta fino al passaggio all’età adulta: Kathy, Tommy e Ruth scoprono di non essere persone normali perché in realtà sono cloni umani al servizio della scienza. Lo scopo della loro esistenza è infatti quello di fornire organi all’umanità: un destino angosciante già scritto che li dilania lentamente e che li condanna ad una vita breve. L’amicizia e l’amore che li uniscono, sempre più forti col trascorrere del tempo, diventano le uniche armi contro la percezione della fragilità, della provvisorietà e della finitezza della loro esistenza.

Una scena del filmTratto dall’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, Non lasciarmi è costruito come un thriller metafisico sulle suggestioni della clonazione: ambientato in un futuribile dove non si vola nello spazio, è un film claustrofobico, giocato su un interrogativo: cosa rende veramente umani, in un’epoca in cui si può modificare il destino genetico? Per fortuna Mark Romanek, regista visionario e intimista, non risponde: ci fa addentrare in un incubo ad occhi aperti su un futuro forse non lontano con protagonisti Carey Mulligan, Andrew Garfield e Keira Knightley.
Sullo schermo scorrono le immagini di una fantascienza realistica, senza mostri ed alieni, lenta ed intellettuale, che prende molto sul serio le implicazioni di biotecnica al centro dell’attenzione, prima di arrivare ad un finale che celebra il trionfo dell’umanità sulla scienza della manipolazione genetica. Se Non lasciarmi trasmette un certo senso di inquietudine, ciò si deve non solo al soggetto, ma anche ad un apparato visivo di grande intensità. Romanek ha disegnato una società levigata fino all’astrazione, asettica e pulita fino alla maniacalità, avvertendoci con piglio didascalico e non moralistico del pericoloso avvenire che potrebbe attenderci, fatto di genetica, clonazioni, perdita d’identità.
Anche chi diffida di premesse così, magari un po’ logore, non stenterà a farsi coinvolgere.

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