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Wrong Turn 4 - La montagna dei folli - Recensione

In un rigido inverno, un gruppo di ragazzi in vacanza sbaglia strada, rifugiandosi in quello che poi scopriranno essere un sanatorio criminale abbandonato. All'interno troveranno sangue, violenza, energumeni rissosi e tanta ignoranza brutale. Ecco il quarto capitolo della saga Wrong Turn, il migliore della serie

Quello della sintesi è un grande dono, del quale non son stato benedetto, per questo taglio corto in favore di chi lo possiede: La montagna dei folli è il capitolo più convincente dell'intera serie di Wrong Turn e l'unico che consiglierei ad un fanatico dell'horror.
La fanciullezza dei montanari cannibali biodiversi (tra cui il divo biondo spelacchiato) era un tassello che mancava. C'è voluto questo prequel per colmare la lacuna e far vedere come i tre fratelli - rinchiusi in un sanatorio per aver divorato i genitori - evadano grazie ad un paio di forcine e facciano carneficina del personale con gli stessi strumenti con cui venivano 'curati' loro, in un piccolo capolavoro di incipit, surreale e rarefatto, condito da un valzer più che rasserenante. Per un paio di minuti ho davvero goduto delle stesse eccitanti vibrazioni sentite durante Dead Snow.
Non è la prima volta che, in questa serie colabrodo, si cerca di parlare delle radici dei protagonisti. I film passano, i bifolchi mutati restano, ma le loro origini cambiano: prima compaiono dal nulla, poi la loro condizione sembra data dagli scarichi tossici di una fabbrica, ora invece è colpa del West Virginia e dei suoi luridi accoppiamenti tra consanguinei.
Un gran caos, insomma, giustificato solo dalla consapevolezza di quanto l'horror sia un genere che nasca e prosperi in funzione di qualche strizzatina intima nel buio della sala o come medicina per coppie annoiate sul divano di casa, alla nostalgica e disperata ricerca di un qualche fremito. Questo è il gioco: spegnere il cervello, raggirare o raggirarsi. Per fingere di stare facendo qualcosa ed intontirsi. La coerenza è cosa superflua. I pigri guardano horror.Addio commedia trash: stavolta la miglior qualità della pellicola è la 'svolta teenager', veicolata da troppi vestiti, balli, occhiali alla moda ed inni alla gioia per non essere notata. Per quanto - in questo genere - il contrasto paura/frivolezza sia un terreno già molto battuto, bisogna ammettere che alla serie mancava, e le si addice enormemente. La montagna dei folli, infatti, è l'unico episodio a non avermi dato una tristissima impressione di povertà.
Nell'impasto colorato e scanzonato non manca comunque una bella accelerata (qui raggiunge davvero una vetta sorprendente) alla truculenza cannibale ed alle perversioni: tra rapporti contro natura, baci audaci e, soprattutto, la lunga tortura+fonduta, mi son sentito disturbato. Non è un film per stomaci deboli. Discreto antipasto, invece, per gli antropofagi.
Purtroppo non son riusciti a mettere una pezza ai soliti comportamenti demenziali degli Agnelli Sacrificali (uno addirittura si addormenta davanti ai bifolchi, ed il trucco delle forcine - ripetuto ben due volte - è davvero troppo!). I tonfi ci sono e danno fastidio. Il finale che corre sopra i gatti delle nevi, soprattutto, riesce a rovinare il ricordo di quanto di bello fatto vedere fino a quel momento.

Ne esce quindi una buona opera di genere che avrebbe potuto essere un buona opera in generale.
In ogni caso rimane forte della grande qualità delle scene splatter e della semplice ed azzeccata idea di limpida solarità dell'insieme.
La punta di diamante della serie è, in fin dei conti, un filmetto.
Vi ricordiamo che la versione extended del film è disponibile in download su iTunes.

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