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Terramatta (Venezia 69 - Giornate degli Autori)

Un'immagine di TerramattaUna lingua nuova, incomprensibile ai più, una vita che attraversa il Novecento raccontata da una voce narrante: questo è il documentario di Costanza Quatriglio, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, che narra di Vincenzo Rabito, cantastorie della sua epoca

Vincenzo Rabito è nato nel 1899 in Sicilia. Senza istruzione e quindi analfabeta, è riuscito dopo brevi studi a raccontare in migliaia di pagine dattiloscritte con una lingua tutta nuova, la sua vita. Da quando era bambino e viveva con la sua famiglia in estrema povertà, fino agli anni della sua rinascita sociale, con un lavoro che gli permetteva di mantenersi dignitosamente, con una moglie e i figli, dopo gli anni passati in guerra. La sua autobiografia rilegge in modo personale e con dettagli intimi la storia d'Italia, una raccolta di memorie che vinse nel 2000 un concorso diaristico nazionale, poi pubblicata con il titolo Terramatta, diventando un caso letterario.
Costanza Quatriglio, apprezzata documentarista, dà vita ad un'autobiografia per immagini e parole, dove la voce del protagonista (dell'attore Roberto Nobile) esplora le vicende principali della sua vita, in maniera autentica e anche molto ruvida, seguendo la difficile vita che ha portato avanti per 80 anni. Le immagini di repertorio dei cinegiornali dell'Istituto Luce (infatti il film è prodotto e distribuito da questa casa di produzione) si intersecano alle migliaia di pagine dei diari di Rabito, scritte con un inchiostro blu e rilegate artigianalmente, parole fitte e pagine ingiallite, un marasma di parole quasi senza punteggiatura, che riflettono un immaginario di memoria individuale e collettiva. Una vita fatta di percorsi difficili, con un unico obiettivo: diventare un uomo e acquistare la dignità meritata. La meta per il protagonista è avere una casa e un lavoro sicuro e soprattutto l'istruzione per i suoi figli, per lui segno della rivincita di ogni essere umano.

Il documentario trasporta lo spettatore in una giungla di immagini, con il desiderio di riflettere la condizione di un'intera generazione. Nel far questo Costanza Quatriglio ci accompagna per mano portandoci porta nella Sicilia del '900, aiutata dalla potenza evocativa del testo.

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