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The Bunny Game

Una immagine tratta da The Bunny GameUn'ora ed un quarto di violenze sessuali, umiliazioni psico-fisiche, giochi feticisti e variegato di torture, è ciò che di più potenzialmente noioso si possa concepire. E non c'è niente di peggio della noia. Perché allora The Bunny Game sì e quasi tutti gli altri no?

Il film funziona.
In una manciata di minuti riesce a trasmettere al 100% lo stile di vita, il dolore e la rassegnazione di una donna di strada, e il tutto usando solo linguaggio cinematografico. Lo fa in maniera brutale, non si affida solo ai dettagli visto che l'attrice protagonista è disposta a farsi inquadrare mentre inghiotte un glande e se lo fa ficcare ben oltre la gola.
Il film è sporco, sia nelle immagini che nell'argomento, ma il bianco e nero riesce a rendere il tutto ancora più lurido. I frammenti schizofrenici simili ai vecchi video di Marilyn Manson (alcuni strumenti di tortura sono presi pari pari) provano ad alzare il ritmo di un film che, per sua natura, nasce monocorda.
Nonostante tutto questo The Bunny Game funziona per almeno tre motivi:
- Perché le immagini sono raffinate. La cura nella fotografia restituisce un risultato inaspettatamente bello. Da ricordare le inquadrature del tir ed il flashback in cui una donna viene strangolata con un sacchetto bianco: visionaria e durissima. Da incubi notturni. La violenza, in generale, è per lo più psicologica e di umiliazione umana più che cruda. In giro c'è molto di peggio per gli occhi.
- Perché in un'ora e un quarto riesce nel miracolo di approfondire i personaggi, di creare empatia, di far trasparire il loro vissuto, il loro passato ed il loro futuro. Come si può non apprezzare tanta energia spesa per aspetti che ci si aspetterebbe da ben altro cinema?
- Perché fa fare un bel viaggio mentale, fa tenere gli occhi chiusi a mezz'asta, rilassa, mostra lo squallore con garbo naif facendo di tutta la pellicola una tipica opera da installazione artistica audio-video.
Il film ricorda i primi esperimenti di Sion Sono, ma al posto di filosofeggiare sulla morte la si mostra sporca e la si vomita fuori dello schermo. Non implode come per il Giapponese.
Peccato per il finale che non tenta nemmeno di dare un senso più profondo rispetto alla solita sfortuna che fa incrociare le strade di vittima e carnefice.
Consigliato.

Il film è disponibile in DVD in lingua inglese. 

Vai alla scheda del film




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