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Far East Film Festival 2019: intervista a Seiji Tanaka e Yoji Minagawa

Incontro con Seiji Tanaka e Yoji Minagawa, regista e interprete principale di Melancholic. Una delle sorprese della 21esima edizione del Far East Film Festival

Due amici. Uno regista all’esordio in un lungometraggio, l'altro non solo attore protagonista ma anche produttore. Seiji Tanaka e Yoji Minagawa arrivano a Udine con Melancholic, un film povero nel budget ma ricco di idee. Una delle delle sorprese del FEFF 2019, già vincitore di un premio al Festival di Tokyo e presentato in Friuli in prima internazionale fuori dal Giappone.
Il protagonista è Kazuhiko, un timido e goffo giovane che nonostante la laurea in una prestigiosa università si accontenta di trovare un lavoro in un bagno pubblico. Soltanto che dietro la normale attività quel bagno ne nasconde un’altra notturna. È usato dalla yakuza come luogo ideale per compiere omicidi e smaltire i cadaveri.

Tanaka, Kazuhiko è un perdente ma allo stesso tempo anche simpatico e a suo modo affascinante. Perché ha deciso di tratteggiarlo in questo modo?
Devo dire che un autore al quale mi ispiro molto è Woody Allen, per questo al momento di scrivere il personaggio di Kazuhiko avevo la sua l’immagine che si sovrapponeva al viso di Yoji Minagawa. Da qui si può capire perché ho deciso di fargli indossare quegli occhiali e altri dettagli che si notano guardando il film.

E lei Minagawa, cosa ha cercato di aggiungere al personaggio rispetto a com’era delineato nella sceneggiatura?
In realtà ho cercato di evitare di aggiungere qualcosa di mio alla personalità di Kazuhiko. La preparazione è avvenuta all’interno delle mie attività quotidiane, ed essendo lui un personaggio particolare ho cominciato a pensare come potesse essere il suo sguardo, a cercare di capire come potesse muovere le mani e il suo corpo. Sono partito dalle sue azioni esterne per poi avvicinarmi nel modo più puro possibile alla sua anima.

Un personaggio molto interessante che aiuta a definire meglio Kazuhiko è Matsumoto, collega nel lavoro al bagno pubblico che in realtà è un sicario.
Tanaka: Matsumoto dal punto di vista narrativo ha la funzione di mettere sempre più alle strette Kazuhiko. Inoltre volevo creare una dinamica tipica del buddy movie, con due personaggi dalla personalità differenti che diventano amici. Sono tecniche di sceneggiature molto usate sulle quali mi sono appoggiato in fase di scrittura.

Un’amicizia la loro che si trasforma in ribellione a un sistema dominato dall’immobilità, che non accetta il cambiamento, simboleggiato dalle generazioni più vecchie.
Tanaka: È un elemento narrativo del film. Personalmente credo che la resistenza al cambiamento, più che una questione generazionale sia spesso un problema del singolo. Io stesso sono poco incline al cambiamento e il fatto di far morire i personaggi più grandi di età che la pensano in quel modo, vuole essere uno stimolo anche per me.

Nel cinema giapponese contemporaneo i giovani sono spesso ritratti come smarriti rispetto al futuro, al lavoro, all’amore. Ma nel vostro film alla fine la generazione giovane ne esce forte e legata da un senso di famiglia e amicizia.
Tanaka: Devo premettere che questo finale non è assolutamente basato sulla mia esperienza personale, ma coerente con il tema che ho voluto comunicare nel mio film: cioè che qualsiasi cosa succeda nella tua vita è un modo per fartela amare. Kazuhiko in fondo è disoccupato all’inizio del film e lo è anche alla fine, quindi su quell’aspetto niente è cambiato. Quello che è cambiato è il suo modo di percepire la vita, è cresciuto come essere umano. Per questo il film è anche sulla capacità di godersi la vita, perché qualsiasi cosa possa succedere c’è sempre la possibilità di trovare l’amore.

Una domanda sulla vostra collaborazione. Quando è cominciata e come si sono incrociati i vostri destini?
Minagawa: Dopo aver finito il mio percorso universitario, ho cominciato a lavorare come attore, a teatro. E ci siamo conosciuti in quell’ambito grazie a un regista teatrale, un amico comune. Dopo quell’incontro sono passati sei o sette anni, ma non mi sono mai dimenticato di lui. Così quando è nato il progetto del film gli ho proposto di collaborare.

Un film dal piccolo budget, girato in quanti giorni?
Tanaka: Dieci. Visto che Yoji era anche produttore oltre che interprete e io al tempo lavoravo full time durante la settimana, abbiamo deciso di girare solo nei weekend. Il sabato e la domenica per cinque settimane, quindi esattamente dieci giorni. Naturalmente non è facile girare così, ma ha funzionato. In questo modo nei cinque giorni in cui io tornavo al mio lavoro lui poteva concentrarsi sulla produzione.

Location principale è un bagno pubblico che scopriamo essere utilizzato dalla yakuza per degli omicidi e lo smaltimento dei cadaveri. È un’idea completamente frutto della fantasia o prende ispirazione da qualche fatto di cronaca di cui ha letto o sentito parlare?
Tanaka: È una storia di fiction al cento per cento, che io sappia non c’è mai stato un caso simile. Tra l'altro nella prima stesura della sceneggiatura non avevo scelto un bagno pubblico, ma un altro posto. Poi man mano che la riscrivevo ho cominciato a pensare quale potesse essere un luogo ideale per uccidere ed eliminare le tracce e mi è venuto in mente che proprio un bagno pubblico poteva essere razionalmente il più adatto per compiere tutta l’operazione fino al ripulire. Una logica che mi sembrava convincente e sono così andato avanti su questa strada.

Minagawa: È un’idea originale pensare a questo luogo con un doppio utilizzo, normale di giorno e inaspettato di notte. Non ci sono altre opere in cui si veda un bagno pubblico essere usato per esecuzioni.


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