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L'orecchio lungo del Critico: speciale Venezia 71, i film in concorso

Il nostro Critico, dopo la trasferta al Lido di Venezia, ci svela i retroscena dietro la selezione dei film alla 71esima Mostra del Cinema...

 


Uffici del Direttore della Mostra del Cinema - Venezia

Anonimo (voce rauca, forte accento del sud): Prònto, parlo col dottòr Babbera?
Alberto Barbera (preoccupato): Sì, pronto, con chi parlo?
Anonimo: Ma come, dottòre, non vi ricordate di mia? Sono quello che v’aiutato a fare le scarpe a Marco Mül…
Alberto Barbera (interrompendolo): Non nomini quel nome, per favore. Rischio ancora la crisi tutte le volte che lo sento.
Anonimo: Colpa vostra, dottòre. Se foste venuto subbito da noi, avreste risparmiato i soldi dello strizzacervelli e guadagnato pure anni di salute
Alberto Barbera: Non posso darle torto. Ma che vuole? (Sottovoce) Credevo la faccenda fosse chiusa con l’ultimo pagamento.
Anonimo: Chiusissima è. Vi chiamo pecché mi dicono gli amici che quest’anno avete fatto proprio ‘na bella scelta di filmi, ah?!
Alberto Barbera: Beh, sì, siamo molto contenti. Avremo Breakup Buddies di quel genio di Ning Hao, A Second Chance di Susan Bier che si è ripresa dall’ictus sentimentale di due anni fa, e poi Noah Baumbach, Atom Egoyan…
Anonimo: Bravo, bravo… Però ai miei amici questo programma non ci piace.
Alberto Barbera: Scusi?
Anonimo: I miei amici di Marsiglia mi dicono che è troppo beddu e qualcuno, non faccio nomi, a Cannes, non è contento.
Alberto Barbera: Come, scusi?
Anonimo: Mi avete capito benissimo, dottòre. Quelli francesi, mischini, hanno fatto nu sticchio di festival e voi che volete fare? Svergognare li volete?!  Voi questo programma ve lo dovete scordare, mi capite? Aprite la posta e taliate la mail di Luca Brasi.
Alberto Barbera: Ma è uno scherzo?
Anonimo: Il nome è uno scherzo, dottòre. Io no, vossia lo sa. Quella è la lista dei film che ci dovete mettere in concòrso.
Alberto Barbera: (legge l’e-mail): E’ impossibile! Fa schifo. Non c’è un film decente. Tutta paccottiglia o quasi.
Anonimo: Lo sappiamo, dottòre. E’ quello che vogliono gli amici francesi. Che non si dica che Venezia è meglio di Cannes.
Alberto Barbera: E c’è persino quell’aborto di 3 Coeurs di Benoît Jacquot. L’avevo scartato dopo 5 minuti.
Anonimo: Quello deve vincere, dottòre. Fate un’opera di bene. Il regista è un povero vecchio, dategli questa soddisfazione.
Alberto Barbera: Ma è impossibile, si renda conto! Se premiamo una schifezza del genere rischio di non essere rinnovato nell’incarico. E’ anche contro i vostri interessi.
Anonimo (si consulta con qualcuno): E vabbène, dottòre. Non lo facciamo vincere ma la lista non si cambia.
Alberto Barbera: Fatemi almeno togliere Al Pacino che fa il ferramenta senil-romantico. Abbiamo già The Humbling, con l’unico ruolo che ormai è in grado di fare: l’attore gigione.
Anonimo: La lista non si cambia, dottòre. Eppoi al Pacino piace al boss. Conosce le battute del Padrino a memoria e pure quelle di Scarface. La mail di Luca Brasi è la sua. Mettete quell’altro fuori concorso.
Alberto Barbera (avvilito): Come volete…
Anonimo: Ah, un’ultima cosa. Ci hanno detto che in cambio del premio alla sorella, voi avreste concordato con Alice Rohrwacher una fornitura di 50 chili del famosissimo sarsiccio d’Orvieto. Quello che fa sembrare il Viagra una pallina Zigulì.
Alberto Barbera: Ma come… Chi ve l’ha detto?
Anonimo: Un uccellino, dottòre. Noi veniamo a sapere sempre tutto, non lo scordate. Ecchè ve lo volete tenere tutto per voi, quel ben di Dio? Non ci volete dare niente agli amici?
Alberto Barbera (sempre più avvilito): Quanto ne volete?
Anonimo: La solita spartizione: sessanta a noi e quaranta a vossia, che non si dica che non siamo generòsi.
Alberto Barbera (quasi in lacrime): Va bene. Passate stasera all’Excelsior.
Anonimo: Grazie, dottòre, grazie. Assabinidica. Saluti a casa.
Alberto Barbera: Saluti, saluti.

Nota: abbiamo trascritto qui le pagine scritte in trance dall'alienato che si fa chiamare Critico. Il poveretto, sottoposto a lungo e in tenera età a numerosi cicli di cineforum, ha smarrito il senso della realtà ed è preda di fantasiosi deliri. Nondimeno crediamo, come Shakespeare, che il folle, talvolta, possegga verità che la ragione non coglie.




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