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Il caso Netzer

"In primo luogo il film è la storia di un rapporto tra madre e figlio": intervista a Calin Peter Netzer, vincitore dell'Orso d'oro all'ultimo Festival di Berlino con Il caso Kerenes, nelle sale dal 13 giugno

Abbiamo intervistato il regista Calin Peter Netzer in occasione del suo arrivo a Roma per presentare alla stampa Il caso Kerenes, il film che ha trionfato all'ultimo Festival di Berlino vincendo l'Orso d'oro. E' la storia di Cornelia, una donna ricca e potente che nutre un affetto ossessivo nei confronti del figlio Barbu. Attraverso l'analisi di una nuova borghesia senza scrupoli, il regista getta uno sguardo sulla corruzione della società romena.

Nel film c'è una descrizione di una società corrotta in cui si evidenzia il baratro esistente tra le classi sociali e parallelamente si mostra un dramma che è molto intimo. Come siete riusciti a mantenere l'equilibrio tra questi due aspetti?
Calin Peter Netzer: In primo luogo il film è la storia di un rapporto tra madre e figlio, quindi tutto quello che c'è intorno è funzionale a questa storia e la sostiene. Da una parte c'è l'aspetto relativo alla corruzione e alla situazione delle classi sociali in Romania, dall'altra parte c'è l'aspetto che si concentra sulla storia privata. Tutto sommato ritengo che sia un bene che ci siano questi due livelli di lettura. Il finale ha un forte risvolto umano in cui Cornelia ripone nel valore del denaro la fiducia per poter gestire i rapporti umani. Credo che questo sia il significato più importante con il quale il film si chiude.

Come ha scelto gli attori? Tutti eccellenti, soprattutto perché riescono spesso senza parlare, solo con la forza espressiva del volto, a rendere la drammaticità delle situazioni...
Essendo un film in cui c'è molto di autobiografico, abbiamo deciso sin dall'inizio di non avere regole dal punto di vista narrativo. Ho iniziato il casting sei mesi prima e spesso ho parlato con gli attori su come doveva essere il film e come andavano costruiti i personaggi. Ho lasciato soprattutto che fossero i tre personaggi in scena i narratori anche dal punto di vita tecnico, ho quindi lasciato lavorare molto i cameramen, io sono intervenuto in seguito apportando le modifiche. Per le due ultime scene ho scelto di usare i piani sequenza proprio per descrivere l'accumulo di emozioni.

Più che una storia su un rapporto tra madre e figlio, si vede la storia di una donna che divora il figlio, il marito e tiene tutto sotto controllo. Perché ha scelto Luminita Gheorghiu?
Debbo dire che sin dall'inizio, quando scrivevo la sceneggiatura, ho pensato a lei come interprete. E' un'attrice molto nota in Romania, ha recitato con Mongiu e Puiu. Ho cercato anche un'altra attrice che avesse meno esperienza, ma alla fine lei si è rivelata la più adatta. L'ho contatta 7 o 8 mesi prima, lei era spaventata perché aveva sempre rappresentato ruoli di donne della classe media o bassa e mai ruoli di donne dell'high society, quindi era abbastanza timorosa. Ci sono stati momenti in cui voleva addirittura rinunciare, ma alla fine abbiamo superato i dubbi e abbiamo quasi stabilito un rapporto madre-figlio. Tra me e lei c'era una sorta di tacita tensione, anche perché abbiamo avuto poco tempo per girare il film, ma è una tensione che ha fatto bene al racconto e che credo si percepisca. Finito di girare con Luminita per più di tre mesi, non ci siamo più visti né sentiti.

Come è stato accolto in patria il suo film dopo la vittoria a Berlino, considerata la descrizione spietata che fa della società romena?
E' stato accolto bene fino ad ora, senz'altro il premio a Berlino ha aiutato e il film ha fatto più incassi nella terza settimana che nella prima, quindi c'è stata una certa pubblicità da parte di chi lo ha visto che ha invogliato il pubblico a venire a vederlo, contrariamente a quanto avviene di solito quando il maggiore incasso si ha nel primo week-end.

Sua madre ha visto il film? Se sì, come lo ha giudicato?
Mia madre lo ha visto e si è complimentata con me, lo ha inteso come un omaggio: le madri romene in genere, mi dicono, hanno apprezzato il film e ci si sono riconosciute.

Riguardo l'aspetto sociale del film che è molto forte, lei ha dichiarato che se il fosse fosse stato girato dieci anni fa, sarebbe stato molto più duro. Pensa che la società romena stia facendo passi avanti in questo senso?
La corruzione dieci anni fa era sicuramente più forte e quindi gli eventi del film avrebbero avuto uno svolgimento diverso e più rapido. La situazione della corruzione riflette la Romania di oggi: credo occorreranno altri 20 anni per poterci avvicinare agli standard degli altri paesi europei occidentali, l'evoluzione c'è ma è molto lenta. E' una società, quella rumena, in cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sono fermi in una situazione stagnante.

Una curiosità sulla colonna sonora: come è arrivato a scegliere Gianna Nannini e Nino D'Angelo? E' stata solo una scelta derivata dalla vicinanza culturale e musicale tra Italia e Romania oppure ha letto qualcosa in quei brani?
La musica ci è piaciuta subito e la canzone di Gianna Nannini l'abbiamo scelta sin dall'inizio perché è una canzone che rispecchia la generazione dei nostri genitori. Volevamo inoltre inserire canzoni di Toto Cutugno o Celentano, ma abbiamo avuto problemi coi diritti e quindi abbiamo ripiegato su Nino D'Angelo.

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