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Flapping in the Middle of Nowhere - Recensione (Venezia 71 - Settimana della Critica)

Un'adolescente e le sue tragiche scelte di vita. Abortire o far crescere il proprio figlio in una società vietnamita brutale ed estrema? La giovane cineasta Diep Hoang Nguyen propone una storia sentita e particolare, a tratti, però, incompiuta

La vita di un'adolescente vietnamita che al mondo ha solo sé stessa, proposta dalla giovane regista vietnamita Diep Hoang Nguyenguy è traumatica.Nel Vietnam di oggi, infatti, c'è una giovane che vive da sola in una casa misera lungo la ferrovia. Va a scuola e ha un unico amico transessuale che si prostituisce per vivere. Ha anche un ragazzo, uno sbandato che si guadagna da vivere rubando le coperture delle luci dei lampioni e con i combattimenti di galli. La vita della ragazza, però, non è abbastanza tragica. È infatti incinta del suo ragazzo e non sa se portare a termine la gravidanza, nonostante le promesse del compagno di tenere il bambino e farlo crescere. La ragazza decide, però, di abortire, ma le mancano i soldi e quindi si prostituisce. Trova un cliente speciale, ossia un uomo ossessionato dalle donne incinta che la paga per sfiorarle il ventre. La ragazza riceve così dall'uomo i soldi necessari al suo scopo, ma soprattutto quell'amore sempre desiderato. La data dell'aborto è vicina e la giovane deve scegliere che fare.
Nel Vietnam brutale, insensibile, respingente, povero, malato, violento dei bassifondi è tutta una questione di opzioni. La giovane protagonista, infatti, è spesso costretta a esprimere delle preferenze. Deve scegliere se continuare la relazione con il suo ragazzo balordo, comunicare alla sua famiglia il suo stato, seguire il consiglio dell'amico che la spinge verso l'aborto o il suo cuore e, infine, cosa fare della sua vita e di quella che porta in grembo.
Ciò che costringe la protagonista a essere così titubante è ciò che la circonda. Nella prima parte la regista descrive un Vietnam fatiscente, fatto di violenza, di sangue e di situazioni di pericolo, provenienti spesso dalla scelleratezza del suo ragazzo. Nella seconda parte questo scenario muta nella dolcezza e nel calore che il cliente riserva alla ragazza. E' però, una delicatezza malata, perché perversa e contaminata dall'intensa voglia dell'uomo di toccarle la pancia, di massaggiarla, di avere un contatto con il nascituro.
Al termine della pellicola la protagonista, dunque, si trova ad aver vissuto questi diversi stati di vita che compromettono maggiormente la sua scelta di proseguire o no la gravidanza. La rassegnazione con cui guarda la città nella scena finale, comunque, suggeriscono in lei una raggiunta consapevolezza: la ragazza è destinata alla sofferenza in un mondo che non la rispetta.

Nonostante gli intenti artistici della regista emergano, Flapping in the Middle of Nowhere si presenta come una storia poco realistica e troppo estrema. Ciò è dovuto a una immaturità soprattutto narrativa che propone caratterizzazioni dei personaggi abbozzate, in particolare quella del cliente la cui perversione non è motivata, dialoghi a volte ridondanti che tolgono realismo alle immagini e scelte visive didascaliche che banalizzano la storia. Queste imprecisioni scalfiscono la patina di verità proposta dalla regista e rallentano lo sviluppo della storia.

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