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Postcards from the Zoo (Torino Film Festival 2012 - TorinoFilmLab)

Una immagine tratta da Postcards from the ZooL'elefante sbattendo le orecchie produce un determinato suono, il passo dell'ippopotamo è inconfondibile, la giraffa fa un verso simile a un flauto. La vita di Lana nello zoo è tutto questo, ma cerca anche altro, cerca frammenti di concretezza nella favola del giovane regista Edwin

Lana è una giovane ragazza che vive da sempre all'interno del Ragunan Zoo. E' stata abbandonata appena nata qui e da allora è cresciuta insieme agli animali. E' l'unico luogo che conosce, finché non appare un giovane ragazzo vestito da cowboy che di mestiere fa il mago. Con i suoi trucchi silenziosi e affascinanti rapisce il cuore di Lana tanto da portarla fuori dallo zoo e presentarle la città in tutte le sue sfaccettature. Lavorano insieme e girano strade e sobborghi intrattenendo la gente. Un giorno il proprietario di un centro massaggi poco convenzionale concede ai due di esibirsi nel suo locale. Appena prima del debutto il mago sparisce e così Lana, rimasta senza guida, è costretta a essere assunta come massaggiatrice. Il tempo passa, ma il desiderio di tornare allo zoo insieme ai suoi animali è forte e la giovane ragazza non sa più come frenarlo.
Edwin è un giovane regista indonesiano di 31 anni. Già in un altro suo film del 2010 Blind Pig Who Wants to Fly ha indagato la vita emotiva e sociale della minoranza cinese in Indonesia. Postcards from the Zoo racconta un'altra storia, ma prosegue nel solco del film precedente in quanto tratta nuovamente il tema del disorientamento e dell'esclusione sociale. E lo attraverso la storia di Lana, Ladya Cheril, cresciuta e vissuta in un contesto naturale non suo, come lo zoo, dopo essere stata abbandonata dal padre prima e poi dalla società che la costringe a fare la massaggiatrice. Un po' come la giraffa, metafora della protagonista, che vive non nel suo habitat naturale, lo zoo, ma che alla fine riconosce tale, perché costretta. Sono entrambi, infatti, disorientati nei confronti del mondo, ma quando trovano una guida, la giraffa in Lana e lei nel prestigiatore, si abbandonano a loro. Il mago-cowboy è l'unico in grado di toccare emozionalmente ma soprattutto fisicamente la protagonista, instaurando quel contatto di calore umano da sempre ricercato e desiderato in quanto mai ricevuto dai suoi genitori.
Questi gli elementi di cui si compone Postcards from the Zoo. Sono piccole immagini, frazioni di vita, singole cartoline di un'esistenza, basata sulla perpetua ricerca di una casa di appartenenza, di un luogo in grado di accettazione amore. Un presupposto che rende favolistico e onirico il film che scorre armoniosamente con la giusta tensione drammatica. Il regista non calca la mano sulle emozioni, ma lascia che nascano e si sprigionino nello spettatore naturalmente, attraverso un senso di misura, narrativa e recitativa, molto controllata.

Edwin costruisce attraverso una storia reale e vera un sogno, una fantasia, un breve attimo di riflessione sui drammi dell'uomo.

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