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L'estasi millenaria di Koji Wakamatsu: incontro con il regista

Koji Wakamatsu a Venezia prima dell'intervistaThe Millennial Rapture, il nuovo lavoro del Maestro Koji Wakamatsu, è una novella da vedere e capire. La narrazione si svolge negli anni Sessanta e coinvolge due giovani e un'anziana levatrice la cui storia risuona ancora attuale. Il regista ci parla in esclusiva del suo film

Un antro di terra giapponese, circondato da verdi montagne e affacciato su una piccola baia, dà la vita ai discendenti della dinastia Nakamoto. Oryu è la levatrice del paese che ha aiutato a nascere i membri di questa famiglia, Hanzo e Miyoshi. La loro particolarità è essere di bell'aspetto ed essere amanti delle donne. Trascorrono la loro vita senza impegnarsi, ma procurando dolore in chi gli sta attorno. Scappano, cercano fortuna, ma alla fine tornano sempre in questo piccolo paese dalla saggia Oryu perché nessuno meglio di lei li sa comprendere.
Il nuovo lavoro di Koji Wakamatsu è stato presentato nella sezione Orizzonti della 69esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. L'anziano regista giapponese prende spunto da una novella del grande romanziere, suo conterraneo, Kenj Nagakami, per narrare la storia dei discendenti maschi della famiglia Nakamoto. Il destino di questi giovani ragazzi, con i volti di Sosuke Takaoka e Kengo Kora, di bellissimo aspetto alla perenne ricerca dell'emozione più forte, è segnato dalla voglia di vivere tutte le emozioni, di cercare l'avventura e di non accontentarsi mai, nemmeno di fronte alla morte. Anche l'universo femminile per loro rappresenta un'ebrezza. Che sia una donna sposata, una vedova o una fanciulla di pari età è usata dai due ragazzi per provare piacere, una soddisfazione sessuale da affrontare con meccanicità, ripetitività, senza passione. Questa sorte non sembra, almeno, riguardare l'anziana levatrice Oryu, Shinobu Terajima. La sua saggezza, la sua dolcezza e le sue parole di conforto calmano i bollenti spiriti dei ragazzi e allontana le loro tentazioni che cercano di insidiarla.
The Millennial Rapture affronta quindi il tema della discriminazione e dell'isolamento. Se, infatti è abbastanza chiaro che nel film la donna è la vittima ideale della discriminazione, perché usata e maneggiata, si percepisce anche che le prime vittime di una discriminazione sono proprio i maschi Nakamoto. Questo è ciò che ha affermato lo stesso Wakamatsu, in un'intervista rilasciata in esclusiva per LinkinMovies.it, di cui sotto proponiamo i video. Il sangue di questa famiglia è l'elemento che discrimina, che isola dalla società questi ragazzi, destinati a non confondersi con il resto del mondo. Vivono schiavi delle loro pulsioni, segregati nella loro terra da cui non riescono a fuggirne. Wakamatsu, per questo, crea una cornice naturale soffocante e claustrofobica che non li lascia liberi. Imposta la visione attraverso piccole inquadrature, stretti dettagli di mondo per sottolineare la ristrettezza entro cui vivono. Questa visione limitata, particolareggiata permette al pubblico di comprendere che nel loro villaggio i due protagonisti sono soli. Sono, quindi, discriminati dall'esterno, ma pure dall'interno per il loro stile di vita eccessivo e pericoloso. Non riescono a inserirsi nella società, ma la vivono in maniera tangente. Nemmeno Oryu riesce integrare i due ragazzi nella loro società, perché come afferma lo stesso Wakamatsu è la prima discriminata in quanto utilizzata dai due ragazzi in maniera opportunistica sia come fonte di ispirazione che come oggetto del desiderio.

Questo è il grande insegnamento del Maestro Wakamatsu. Porta in immagini una novella di circa cinquant'anni che risuona come un monito per la società giapponese attuale ancora oggi, a detta sua, imperniata su ideologie e pregiudizi antichi, ancestrali, millenari, ma ancora attuali.

Ecco l'intervista:

Parte 1


 

Parte 2


 

Vai alla scheda del film




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